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Domenica 6 Gennaio, 2013 - 10:25 da Giovanna Focardi Nicita
“A Firenze la cultura non è in svendita”
Organizzata da 'Spazi liberati' si è svolta una manifestazione dei lavoratori del Maggio Fiorentino e della libreria Edison. A breve altre iniziative di protesta contro l’impoverimento culturale della città. Oggi consegna di una lettera aperta all'Arcivescovo Betori.
Firenze - C'erano i dipendenti del Maggio, non solo i dieci licenziati, alcuni dei quali per altro ancora in attesa di una comunicazione ufficiale e del ritorno dalle ferie della sovrintendente Francesca Colombo, alcuni lavoratori dell'
Ataf, l'azienda di trasporto pubblico recentemente privatizzata, e gli ex dipendenti della Edison che in una lettera aperta a Carlo Feltrinelli chiedono che la loro esperienza venga recuperata nella libreria di prossima apertura.
Tutti contro gli "spazi liberati", quelli culturali è ovvio, di cui il
Maggioe la
Edison "
stanno diventando punti nevralgici di questa emergenza" - come ha detto il consigliere comunale di Sel
Tommaso Grassi. Due situazioni critiche che hanno dato il via ad una serie di iniziative di protesta che prossimamente toccheranno alcuni dei grandi luoghi abbandonati all'incuria, basta pensare ai cinema del centro storico.
"
Oggi iniziano i saldi ma non vorremmo quelli della cultura ed è bene che le forze si uniscano per aprire un'unica vertenza unitaria e decidere cosa fare della cultura a Firenze" - ha continuato Grassi -. Affronteremo il problema in consiglio comunale anche se "
il sindaco non ci dà una mano sulla gestione di questi spazi", e tante sono le iniziative promesse rimaste nel cassetto, dal "Piano cinema" che avrebbe dovuto contrastare la chiusura dei cinema di quartiere a quello per il rilancio della cultura.
Ancora più dura la presa di posizione dei dipendenti del Maggio che, a fronte dei dieci licenziamenti e degli esodi "forzosi", chiedono un piano alternativo di contenimento dei costi del personale, delle spese di gestione e degli allestimenti scenici, anche se "
centrale rimane il ruolo della cultura a Firenze, quello dei licenziamenti è un problema personale, purtroppo", ci ha detto
Massimo Vagaggini. Critici i lavoratori del Maggio anche nei confronti dei criteri adottati per procedere ai licenziamenti che hanno privilegiato i giovani, lasciando a casa i dipendenti più anziani, pur ancora lontani dalla pensione e con scarse scarse possibilità di reimpiego.
Prossimo appuntamento domani mattina davanti al palazzo dell'Arcivescovado, in piazza del Duomo. Non per protesta nei confronti del cardinale Betori, ma per chiedere ascolto ad una importante autorità cittadina, visto che ancora non c'è stato un confronto con il sindaco Renzi, presidente della Fondazione del Maggio musicale fiorentino.
Domani verrà esposto uno striscione con una frase di La Pira sul lavoro e alla segreteria del cardinale verrà consegnata una lettera nella quale "
ricorderemo che nella città di La Pira un sindaco non può licenziare dei lavoratori", ha spiegato un esponente della Rsa.
A breve anche un'assemblea-spettacolo pubblica dei lavoratori del Maggio: invitati gli artisti fiorentini che vorranno esprimere la loro solidarietà e i politici, da quelli comunali ai provinciali e regionali, oltre ai rappresentanti delle maggiori istituzioni culturali cittadine.